7. Introduzione alla meccanica classica#

La meccanica classica si occupa del moto che hanno dimensioni e velocità caratteristiche dell’esperienza quotidiana, o di quella che poteva essere l’esperienza quotidiana dell’uomo del XIX secolo.

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La meccanica classica fornisce un buon modello deterministico per sistemi formati da un numero limitato di corpi. Per un numero molto grande di corpi oggetto di indagine, l’approccio della meccanica classica può risultare impraticabile (per necessità di capacità di conto) o comunque poco efficiente (si farebbe un grande sforzo per ottenere gli stessi risultati ottenibili molto più facilmente e velocemente con altri approcci): in questi casi, può essere utile un approccio statistico come quello adottato dalla termodinamica classica.

Facendo riferimento ai regimi qualitativi della fisica, la meccanica classica è una buona teoria per i fenomeni di dimensioni molto maggiori alle dimensioni atomiche ma inferiori a dimensioni astronomiche (per le quali non si può trascurare la velocità finita di trasmissione delle informazioni, e per velocità molto inferiori rispetto alla velocità della luce \(c\). Nonostante questi limiti (superati dalla fisica quantistica e dalla fisica di Einstein), la meccanica classica risulta ancora impescindibile, come prima introduzione alla fisica e per il gran numero di fenomeni che ricade all’interno dei limiti di validità del modello classico: ponti, strade, case, auto, bici, aerei,… vengono progettati con modelli di meccanica classica.

Nota

Determinismo e meccanicismo todo Riferimento al pensiero filosofico, e al fallimento di alcuni modelli deterministici: sistemi meccanici «classici» sensibili a perturbazioni (chaos; esempio: difficoltà nel fare le previsioni del tempo, «battiti d’ali di farfalle» e altre formule abusate); fisica quantistica;…